Lunedi' 8 Dicembre,
2008
MINESTRONE
POLITICS
diAngelo
Persichilli CORRIERE CANADESE
(English
version)
La “coalizione-minestrone” formata da separatisti, federalisti,
socialisti spendaccioni e liberali fiscalmente prudenti ha senso per
una sola ragione: era necessario reagire alla provocazione dei
conservatori col taglio dei fondi ai partiti. Due errori comunque si
sommano, non si annullano. La reazione istintiva delle opposizioni
servirà forse a pareggiare i conti col governo ma non ad aiutare a
risolvere la crisi. Certo, era necessario reagire alla
provocazione dei conservatori col taglio dei fondi ai partiti, ma
due errori si sommano, non si annullano. La reazione istintiva
delle opposizioni servirà forse a pareggiare i conti col governo e a
stimolare le ambizioni di potere di qualche altro, ma lo fa a danno
della stabilità economica canadese, della nostra credibilità
internazionale e, in ultima analisi, a scapito dei
canadesi. Forse l’unico a guadagnarci potrebbe essere il Québec.
L’appoggio di Gilles Duceppe, infatti, non arriva gratuitamente.
Il leader separatista non ha alcun interesse ad entrare nel governo
canadese, ma vuole solo i suoi dollari, che giungerebbero
principalmente a scapito dell’Ontario. Sono contento, quindi, che
il governatore generale abbia mandato tutti casa per Natale,
sperando che al ritorno comincino a comportarsi da maggiorenni. Con
il governo conservatore ad essere più aperto alle opposizioni ed i
liberali ad impegnarsi al più presto a cambiare leader, prima di
intraprendere altre avventure. Ciò che è avvenuto negli ultimi
dieci giorni, comunque, non è casuale ed è la conseguenza di due
decenni nei quali la politica canadese ha perso di crediblità e
rispetto. Tutto cominciò negli anni ’80 quando Brian Mulroney
piantò i semi del separatismo a Ottawa, invitando al governo
Lucienne Bouchard, ed i liberali distrussero, pugnalando alle spalle
John Turner, ciò che aveva consentito al partito di rimanere forte
per oltre un secolo: la lealtà al proprio leader. Negli anni ’90
questo ambiente politico avvelenato s’evolve nella battaglia,
all’interno dei liberali, tra Paul Martin e Jean Chrétien e tra
Preston Manning e Joe Clark, all’interno dei conservatori. È in
questo contesto che nel 1995 rischiamo di perdere l’unità del Canada
sotto gli occhi assonnati di Jean Chrétien e che conservatori e
liberali, insieme, minano la loro abilità morale e politica di
assicurare una guida stabile al Paese. Si impegnano soprattutto in
faide interne, che cercano di coprire, danneggiando, l’avversario e
quindi impedendo la creazione di una valida opposizione. Chrétien si
vanta spesso di avere ottenuto tre maggioranze consecutive per il
partito. La matematica gli dà ragione, ma la storia potrebbe essere
più severa con lui. Queste vittorie le ha, infatti, ottenute
mandando i canadesi anticipatamente alle urne per ben due volte e
distruggendo l’opposizione con assalti verbali, definendo tutti
cattivi, anti-Canada, insensibili e anti-Québec. Mentre però è
riuscito a ritardare la riorganizzazione dell’opposizione dei
conservatori, quella interna, guidata da Paul Martin e che non aveva
niente a che fare con gli interessi del Canada, cresceva sempre di
più, minacciando la sua leadership. È giunto, così, lo stupido
scandalo delle sponsorizzazioni con i conservatori e le opposizioni
in generale, trasformato in un caso nazionale, pareggiando i conti
con i liberali, che sono stati tutti descritti come arroganti e
corrotti. Dall’inizio di questo decennio a Ottawa non si è dibattuto
su temi importanti, ma si sono susseguiti solamente dibattiti
fatte di parolacce e insulti privi di contenuti politici. I
canadesi sono stanchi di questo tentativo dei liberali di togliere
le redini al governo, sperando in un riassestamento della
situazione. Le cose, comunque, non sono migliorate in quanto il
primo ministro Harper, anche se non è la persona insensibile
descritta dai liberali, non è comunque riuscito, almeno fino ad ora,
a comportarsi da primo ministro di tutti e non solo da leader
conservatore. Le cose sembravano cambiate dopo il 14 ottobre, ma
dalla presentazione decisamente provocatoria dell’economic update è
ovvio che i conservatori hanno cercato di fare ai liberali ciò che i
liberali avevano fatto otto anni fa ai conservatori:
distruggerli. L’azione inaccettabile di Harper è stata superata
solamente dalla schizofrenica reazione delle opposizioni, che hanno
proposto un minestrone di coalizione che non sta né in cielo, né in
terra. Positiva, quindi, la decisione del governatore generale
che ha mandato tutti a casa per Natale, nella speranza che ritornino
a Ottawa in gennaio col proposito di comportarsi da adulti. Come
si dice in inglese, è ora difficile rimettere il dentifricio dentro
al tubetto di plastica. Cerchiamo solo di non spalmarcelo
ulteriormente in faccia rendendoci ancora più ridicoli agli occhi
del mondo (ammesso che ci sia qualcuno interessato alle cose di casa
nostra).
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