LunedÌ
6 GIUGNO, 2005 |
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Il ruolo del cosidetto
"chief of staff", una specie di capo di gabinetto di un ministro o primo
ministro italiano, è nella politica canadese molto difficile da occupare, ma
molto semplice da definire: deve difendere il suo capo. Quando questo non è
possibile, si deve dimettere, in quanto non può più svolgere la funzione per
la quale è stato assunto.
Tim Murphy è il "chief of
staff" di Paul Martin e in questi giorni vediamo che non è Murphy a
difendere Martin, ma è il contrario. In una situazione simile, a prescindere
dal fatto che Murphy sia o meno colpevole nell'affare delle registrazioni
del deputato conservatore Grewal, deve dimettersi.
È come se un pilota che è
stato assunto per guidare una macchina di Formula Uno, rimane ferito in un
incidente stradale: non può scendere in pista. Discutere se la colpa sia sua
o meno serve solamente a vedere se lui sia stato un buon pilota o meno. Con
tutto il rispetto per Tim Murphy, con tutti i problemi che ci sono sul
tappeto, non credo sia il caso di perdere tempo nell'accertare se Murphy sia
bravo o meno.
Ciononostante la vicenda
delle registrazioni del deputato Grewal meritano un approfondimento in
quanto mette in risalto sempre di più il degrado in cui si trova la politica
canadese. Questi i fatti. Il deputato Gurmant Grewal accusa i liberali, e
specificamente Murphy ed il ministro della Sanità Ujjal Dosanjh, di avergli
fatto delle proposte per lasciare il Partito Conservatore e passare ai
liberali. Murphy ribatte che è vero proprio il contrario e cioè che è stato
Grewal ad avvicinarli.
È ovvio che uno dei due
mente, ma è anche vero che uno dei due dice la verità. E la verità quindi è
che nel sistema politico canadese c'è molto marcio. Perdere tempo
nell'accertare chi ha cominciato la conversazione è un falso problema.
Ammesso che Murphy dica la verità e cioè sia stato Grewal a chiedere di
barattare il suo voto in cambio di una nomina, poteva chiudere la
discussione pronunciando una sola parola: «No». Ci può spiegare come mai ha
impiegato ben 4 ore per pronunciare un monosillabo?
In una parte delle
registrazioni Murphy dice testualmente: «Credo che stiamo cercando di
trovare una verità futura». Cosa vuol dire? Che per i liberali vi sono due
verità, una presente ed una da raccontare in seguito?
Facciamo un esempio: c'è
una verità quando si danno i contratti per le sponsorizzazioni ed una da
raccontare al giudice Gomery? Perché, entrambe le parti, fanno finta di
scandalizzarsi di fronte a baratti simili? Che differenza c'è tra quello
proposto da Grewal-Murphy e quello Stronach-Murphy? Perché nel caso della
Stronach abbiamo letto commenti sulla stampa che parlavano di Murphy-eroe ed
ora si parla di Murphy-villano? Forse nella politica canadese la moralità
dipende dalla riuscita dell'operazione?
La parte più triste di
questa vicenda è che tutti, incluso i media, hanno perso la bussola che ci
consente di capire dove sia andata a finire la morale, l'etica parlamentare,
l'onestà politica. Abbiamo perduto la nostra capacità di capire la
differenza tra eroi e truffatori, tra onestà e disonestà, tra intelligenza e
furbizia, tra coraggio ed opportunismo.
Eppure sappiamo che si
offrono posizioni governative a certi deputati solo perché rompono le
scatole, sappiamo che vi sono deputati conservatori che si vendono per posti
di governo e che vi sono governi pronti a comperare. Lo sappiamo tutti. Cosa
abbiamo fatto fino ad ora per denunciare tutto questo? Poco o niente. Un
esempio. In un sistema democratico sano, un governo di minoranza si mantiene
principalmente sulla capacità del suo capogruppo alla Camera di negoziare
con le opposizioni.
Se il governo Martin è
sopravvissuto al voto di fiducia, in un sistema democratico il merito va al
capogruppo liberale alla Camera, Tony Valeri, ed a quello dell'Ndp, Libby
Davies. Sui due la stampa non ha speso una parola. La stampa non ha
decisamente svolto il suo lavoro denunciando la mancanza di democrazia. Ora
facciamo finta di scandalizzarci per un baratto, a prescindere da chi
l'abbia iniziato, andato a male.
Sono convinto che Murphy
debba dimettersi, ma sono anche convinto che non è lui la causa di questo
malcostume a Ottawa. Anche lui è una vittima della sempre più palese a grave
mancanza di democrazia e moralità sulla collina parlamentare della capitale
canadese, nonostante le promesse fatte da Martin per eliminare il cosidetto
«democratic deficit», ora sempre più rampante nella politica federale
canadese. |