Martedi' 21 febbraio, 2005 | BACK | NEXT

ma quale federalismo, prima fuori i soldi!

di Angelo Persichilli
CORRIERE CANADESE      (English Version)

"John Tory non è stato ancora eletto e sono già spaventati. Credono che indebolendo il governo federale aiuterà la loro rielezione che, tra l'altro, dovrebbe avvenire dopo la nostra?" Questo caustico commento è di un deputato federale liberale dell'Ontario a proposito della polemica in atto tra i due governi, quello di Paul Martin e quello di Dalton McGuinty. La dura posizione di Queen's Park contro l'accordo di Ottawa col Newfoundland and Labrador e la Nova Scotia ha colto di sorpresa molte persone, in primo luogo i deputati liberali federali.
Questo perché si era abituati ai pirotecnici rapporti ed il latente risentimento dell'Alberta verso il governo federale, oppure alle continue ma innocue proteste delle province Atlantiche. Eravamo riusciti anche a razionalizzare la tortura cinese del Québec che avevamo gestito con qualche inutile riconoscimento costituzionale e, questo sì, numerose concessioni economiche.
   Ma dall'Ontario, Ottawa proprio non se l'aspettava; l'Ontario, infatti, è il Canada.
Ricordiamo il conservatore Bill Davis sempre vicino al liberale Pierre Trudeau sul rimpatrio della Costituzione, quindi il liberale David Peterson insieme al conservatore Brian Mulroney su Meech Lake. Lo stesso premier Ndp, Bob Rae, insieme al governo conservatore di Ottawa, in appoggio all'accordo di Charlottetown.
  «L'Ontario, sia sotto Davis, come anche Peterson e Rae, è sempre stato un alleato prezioso per consolidare il federalismo» ha detto al Corriere Canadese Patrick Gossage, ex responsabile dell'ufficio comunicazioni di Pierre Trudeau.
  Le cose sono cominciate a cambiare verso la metà degli anni 90, nel mezzo di una recessione testarda e con l'arrivo al governo federale di Jean Chrétien. L'allora ministro delle Finanze Paul Martin tagliò i fondi alle Province proprio nel momento in cui esse ne avevano maggiore bisogno. Bob Rae, forte federalista, lanciò la prima pietra contro il castello del federalismo canadese. Ricordo quando lo intervistai su questo tema: risposte sfregando insieme il pollice e l'indice della mano destra: «Non ci sono soldi» mi disse e attaccò Ottawa per il taglio dei cosidetti "transfer payments".
  Tutti dissero che si trattava di una questione politica: un premier dell'Ndp contro un primo ministro liberale.
  Quindi arrivò Mike Harris e nessuno prestò attenzione più di tanto: si trattava di un premier conservatore, per giunta radicale, contro un governo federale liberale moderato. Era il periodo dei Tre Amigos. Ricordate i fuochi d'artificio tra Harris, Mel Lastman e Chrétien?        Amavano la diplomazia come noi amiamo le tasse.
  Nel 2003 si cambia: a Toronto il "noioso" David Miller rimpiazza l'effervescente Lastman, a Queen's Park il "bravo ragazzo" McGuinty rimpiazza "Harris il Furioso", a Ottawa Chrétien il "Terminator" è sostituito da Martin il "conciliatore". Per alcuni mesi si passa dai rapporti infuocati dalla tequila dei "Tre Amigos" al coro dell'Antoniano delle tre "M", Martin-McGuinty-Miller.
  Dura poco. La prima nota stonata arriva da Miller che addirittura paragona Toronto ad un provincia. Nessuno ci fa caso: un sindaco dell'Ndp contro un primo ministro liberale. Del coro si passa quindi al "duetto" Martin-McGuinty. Anche questo però, dopo il ritornello cantato dopo la firma dell'accordo sulla sanità, finisce e si passa ad una specie di coro a bocca chiusa, prima, quindi alla rissa aperta del tipo Harris-Chrétien di oggi.
  Ed ora, come la mettiamo? Questa volta abbiamo un premier liberale contro un primo ministro liberale.
  Finalmente più di qualcuno capisce che non si tratta di politica partitica, ma l'Ontario sta rivedendo il suo approccio verso il federalismo e Queen's Park tratta con Ottawa con la stessa delicatezza con cui si "tira" sul prezzo a Forcella. L'Ontario dà ad Ottawa 23 miliardi e ne rivuole cinque.
  Sia Martin, sia McGuinty, stanno litigando per mantenere delle promesse fatte con molta leggerezza durante la campagna elettorale, ma il messaggio che viene fuori è che anche l'Ontario usa la stessa tattica adottata da tempo dalle altre Province, a cominciare dal Québec a finire con il Newfoundland and Labrador e la Nova Scotia. Quando si parla di federalismo rispondono con una frase molto significativa: "Prima metti i soldi sul tavolo".

Cosa rimane del federalismo predicato da Pierre Trudeau oppure, con differente approccio da Brian Mulroney e dai loro predecessori? «Credo che Trudeau - dice Gossage - si stia rigirando nella tomba». Ed aggiunge: «Martin, riscrivendo le regole sui finanziamenti alle Province, ha riaperto una scatola piena di vermi che avrebbe fatto inorridire Trudeau».

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