Lunedi' 20 febbraio, 2005 |
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apriamo un'inchiesta sulle inchieste
Dobbiamo chiedere al governo
di aprire una inchiesta per accertare come vengono spesi i soldi delle
inchieste. Dall'inizio della Confederazione ce ne sono state circa 450,
lunghe, costosissime e, spesso, non ci hanno detto niente di più di quello
che sapevamo prima.
Cerchiamo di capirne di più.
Si apre una inchiesta per accertare se c'è qualcosa di disonesto nelle
operazioni dei vari livelli di governo e per vedere se qualcuno si
arricchisce approfittando della sua posizione pubblica. In Italia le
chiamano "distrazioni", in Canada "errori amministrativi". In realtà si
tratta solo del settimo comandamento: non rubare.
Le inchieste quindi devono accertare se i progetti sono finanziati nel modo
giusto, appaltati nel modo corretto, se vi sono dei meccanismi di controllo
sulla spesa e quindi di verificare se i soldi spesi hanno dato i frutti
sperati.
C'è un'inchiesta in corso al Comune di Toronto iniziata quando Mel Lastman
era sindaco e, l'ultima volta che ne ho sentito parlare, mi è sembrata
ancora in corso. Aveva, ed ha, perché ancora non ci dice niente, il compito
di accertare come mai un contratto per l'acquisto di computer da una ditta
di Mississauga fosse passato da 44 milioni di dollari ad oltre 100, senza
l'approvazione del consiglio comunale. L'inchiesta è ancora in corso e sono
già stati spesi oltre 20 milioni di dollari. Ed ancora non si sa quando
finirà.
Mi chiedo: come è possibile che una commissione che indaga su un contratto,
che è raddoppiato prima della fine dei lavori, non è in grado di darci
spiegazioni o risposte su quanto tempo e su quanti soldi ha bisogno per fare
il suo lavoro?
Non metto in dubbio la professionalità e onestà di chi le conduce, però è
necessario porsi delle domande sull'utilità di queste inchieste.
Un altro esempio, la Gomery Inquiry sullo scandalo delle sponsorizzazioni.
Si indaga su come sono stati spesi 100 milioni dei 250 stanziati dal governo
in 5 anni e, in 5 mesi, hanno già speso oltre 60 milioni di dollari e si
prevede che raggiungano i 100.
Anche in questo caso tanto di
cappello alla professionalità di chi la conduce. Però mi chiedo: è possibile
che dobbiamo spendere 100 milioni di dollari per sapere come sono stati
spesi... 100 milioni di dollari? Direte che l'inchiesta ci consentirà di
cambiare il sistema.
Si?! Vediamo un po'.
Tanto per cominciare ne abbiamo sentito parlare due
settimane fa quando c'è stata la testimonianza di Alfonso Gagliano, Jean
Chrétien e Paul Martin, ma ora è finita a pagina 127 dei giornali e fuori
dai lineup radio-televisivi. Ne riparleremo quando qualche altro testimone
rimetterà le palle (da golf) sul tavolo.
Fino ad ora abbiamo sentito Paul Martin che ha detto «Non c'ero», Jean
Chrétien «Non vidi» e Alfonso Gagliano «Se vidi non ricordo». Sono sicuro
che tutti e tre dicano la verità, ma questo lo avevano detto anche prima,
non avevamo bisogno della commissione Gomery. Tra l'altro Gagliano, in una
intervista al Corriere Canadese due settimane fa, aveva fatto una
osservazione molto interessante: «Il Revisore dei Conti federale, Sheila
Fraser, ha gli stessi poteri della commissione Gomery: perché l'inchiesta,
iniziata dal revisore non è stata completata - dice Gagliano - dal revisore
stesso, consentendo di risparmiare numerosi milioni di dollari?»
Qualcuno dice che l'inchiesta trovarà i colpevoli e li
manderà in carcere. Sbagliato. La commissione Gomery non può mandare in
carcere nessuno. Chi può farlo è l'Rcmp. E le Giubbe Rosse stanno già
indagando per conto loro ed hanno già proceduto a qualche arresto.
Quindi alla fine, noi contribuenti, cosa avremo in
cambio dalla commissione Gomery, per la quale paghiamo 100 milioni di
dollari?
Jean Chrétien ha detto che i suoi 100 milioni sono serviti a salvare l'unità
del Canada unito. Dice la verità? Non lo so e non mi interessa. Il
punto è che noi non sappiamo che cosa otterremo dalla spesa di altri 100
milioni che dovrebbero servire per indagare sui 100 milioni spesi dal
governo Chrétien.
Certo, alla fine ci diranno che il sistema politico è
corrotto. Allejuia! Questa si che è una novità. Così quando l'inchiesta
terminerà manderemo in carcere il sistema politico. Come qualche tempo fa in
Italia quando qualcuno disse che si faceva ogni giorno il processo alla
mafia, ma mai ai mafiosi.
Nel frattempo gli avvocati continueranno ad inviare parcelle.
Alla fine l'inchiesta ci presenta un conto di 100 milioni di dollari e noi
non battiamo nemmeno un ciglio?
Con 100 milioni possiamo costruire due ospedali e, tanto per fare un
esempio, la scorsa settimana, con meno di 4 milioni di dollari (1,17 milioni
di dollari per sfamare migliaia di bambini in Sudan e 2,5 milioni per il
World Food Program) abbiamo aiutato milioni di persone in Africa a
combattere fame e miseria.
Invece per un'inchiesta spendiamo 100 milioni. A che cosa
servono? Per l'affitto delle aule? Per comperare carta, per fare ricerche?
Per pagare gli avvocati?
A proposito di avvocati, quanto costano? Come vengono scelti? A chi offre il
prezzo migliore o vengono scelti «i più bravi» senza badare a spese? Se è
vera la seconda ipotesi, chi lo dice che sono i più bravi?
Perche dobbiamo limitarci a pagare le parcelle di
questi studi legali senza sapere quanto chiedono, quanto tempo impiegano
oppure come vengono scelti?
Ma non è proprio un sistema simile che ha provocato tutte le polemiche sulle
sponsorizzazioni? Se non abbiamo alcun diritto di valutare il lavoro degli
avvocati, che diritto abbiamo di valutare il lavoro, diciamo, di coloro che
lavorano nelle agenzie di comunicazione?
Chi lo dice che quando si apre una inchiesta dobbiamo dare in
mano anche a chi la dirige un assegno in bianco con la licenza di spendere
tutto ciò che vuole, come lo vuole, senza condizioni di tempo e senza
impegno di risultati?
Sapete che vi
dico? Apriamo un'inchiesta. |