Venerdi' 12 Novembre, 2004 |
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SGRO: "CONVIENE CONTINUARE A CELEBRARE LE NOSTRE DIFFERENZE?"
Un piano
quinquennale per riformare l'intero settore dell'immigrazione è nei piani
del ministro Judy Sgro. Una riforma che esclude un'amnistia e che riguarda
non solo le regole, ma anche e soprattutto i criteri per far giungere in
Canada i nuovi immigrati. In una intervista al Corriere Canadese, Sgro ha
detto che «è fuori discussione che il Canada ha bisogno di nuovi immigrati,
dobbiamo ora comunque vedere come coordinare le nostre esigenze economiche e
sociali e i nostri impegni internazionali e morali».
Per l'on. Judy Sgro, non ci sono dubbi, il futuro del Canada sta
nell'immigrazione, sottolineando più volte che questo fenomeno deve tenere
conto di due esigenze: «In primo luogo dobbiamo individuare chi sono le
persone di cui noi abbiamo bisogno per lo sviluppo di questa nazione; non
dobbiamo però - dice Sgro - dimenticare coloro che hanno invece bisogno di
noi per rifarsi un avvenire essendo discriminati nei loro Paesi d'origine».
Sgro vuole aprire un dibattito a tutto campo, mettendo in discussione tutto:
«Dobbiamo cominciare a chiedere a noi stessi che qualifiche devono avere i
nuovi immigrati? Da dove devono venire e forse dobbiamo anche guardare al
tipo di cultura».
Ma Sgro va oltre: «Dobbiamo anche cominciare a chiederci dell'identita di
quelli che sono gia qui. Dobbiamo chiederci se continuare nella politica che
incoraggia la celebrazione delle nostre diversità. Il Canada - dice il
ministro - e così diverso ora che far finta del contrario e un grosso
errore. Credo che dobbiamo cercare di mettere l'accento più su cosa ci
unisce e che possiamo celebrare insieme. E cosi andiamo avanti per costruire
il futuro di questo Paese». E, per costruire il futuro, «è chiaramente e il
momento di cominciare a pensare a ciò di cui abbiamo bisogno».
Secondo il ministro «abbiamo bisogno decisamente di rimanere competitivi a
livello internazionale. Tutte le nazioni hanno lo stesso problema che ha il
Canada e cioè la diminuizione delle nascite e l'invecchiamento della
popolazione. E tempo che i canadesi si rendano conto di questa situazione e
comincino ad agire per evitarne le conseguenze».
Sgro vuole iniziare al più
presto a stimolare questo dibattito: «Gia questo fine settimana ho un
incontro con i colleghi delle province al fine - dice - di iniziare un
dibattito e per preparare un piano quinquennale per affrontare il problema e
fare in modo che il Canada non si trovi in ritardo rispetto ad altri Paesi
nell'affrontare tali probemi».
Per far questo e importante coinvolgere tutti, «a cominciare dagli
imprenditori che ci diranno che tipo di operai sono necessari, si deve
esaminare il mercato del lavoro, chiederci come faremo a portarli in Canada
e - sottolinea il ministro - da quale nazione».
Ma il sistema che abbiamo può soddisfare queste richieste? «Questo è il
punto. Bisogna vedere. Molti ci dicono che il sistema che abbiamo è
superiore a quello di molti altri Paesi. Ma la domanda è se questo sistema è
buono per il Canada degli anni 2000 e non è invece necessario cambiarne le
regole. Io non lo so».
Sgro ritiene importante dare rifugio a chi ne ha bisogno, ma è anche
«necessario evitare che altri usino questo sistema per aggirare le regole di
immigrazione». Al momento attuale vi sono oltre 700.000 pratiche che devono
essere ancora esaminate. Per fare questo il ministro ha detto che è
necessario snellire le pratiche per dare una risposta e soprattutto
accorciare i tempi». Per evidenziare il problema e l'intasamento che le
richieste di presunti rifugiati creano al sistema, rivela che in un anno ci
sono state circa 3.000 richieste solo dal Costarica: «Ebbene, su 3.000, solo
una - dice il ministro - è stata riconosciuta valida».
Adesso coloro che fanno domanda possono aspettare anche cinque anni, la
maggior parte lavorano onestamente ed aspettano, altri invece spariscono.
Abbiamo un alto numero di immigrati illegali: «Non possiamo ignorare il
problema» dice Sgro.
Il ministro esclude che ci sarà una amnistia, ma ritiene necessario che
questi casi vengano esaminati uno per uno «ed eliminare tale problema che
sta diventando sempre più grave». Insomma una riforma ad ampio respiro con
il coinvolgimento di tutti i settori interessati.
Sgro ritiene che è necessario
coinvolgere di più nel processo gli altri livelli di governo, non solo
provinciali, ma anche municipali: «Sono loro che hanno il polso della
situazione locale e possono dirci quali sono le necessità del mercato e
soprattutto le capacità di accettazione di nuovi arrivi». |