Lunedi 15 marzo, 2004 |
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...TANTO,
IO NON SONO PASQUALE
Il primo ministro
Paul Martin sta facendo un errore già commesso dai suoi predecessori negli
ultimi 20 anni e che per questo sono stati puniti dall’elettorato: credere
di presentarsi all’elettorato facendo finta di non avere nulla a che fare
col suo predecessore. La nuova dirigenza liberale ha fatto un taglio netto
col precedente governo cambiando anche i simboli del partito che hanno, nel
bene e nel male, aiutato i liberali a vincere le ultime tre elezioni
consecutive.
Tale
comportamento non va giù a molti degli stessi deputati. Uno di questi,
durante l’ultima riunione del caucus la scorsa settimana, ha rimproverato il
primo ministro facendogli presente che «prima di presentare al pubblico il
nuovo logo liberale, sarebbe stato opportuno almeno presentarli prima a noi
deputati».
«Devo confessare –
ha ribattuto Martin – che avrebbe fatto piacee anche a me vederlo prima di
presentarlo alla stampa».
Lo scambio
di battute sembra innocuo, invece è il sintomo di una crescente insofferenza
da parte di molti liberali sempre meno a loro agio con gli eventi degli
ultimi mesi. E questo, non tanto per le ovvie reazioni negative agli
scandali, quanto per il modo in cuis ta reagendo il nuovo governo.
«Dobbiamo renderci
conto – ha detto un deputato liberale al Corriere Canadese – che rinnovare è
doveroso; rinnegare invece è un disastro”.
E gli esempi non
mancano.
Accadde a John
Turner nel 1984 che cercò di rinnegare Pierre Trudeau, è accaduto nuovamente
a Kim Campbell che cercò di rinnegare il suo passato con Brian Mulroney, ed
è accaduto a numerosi altri leader provinciali, a cominciare con Ernie Eves,
che ha fatto fionta di non avere niente a che fare con Mike Harris dopo
esserne stato, come Martin con Jean Chrétien, il suo fedele ministro delle
Finanze. Tutti sono stati miseramente puniti dall’elettorato.
Mentre i
conservatori buttavano fango su governo Trudeau, Turner e gli altri liberali
fecero finta di essere estranei al suo governo. Da circa 200 deputatri ne
rimasero 40.
Andò peggio ai
conservatori nel 93. Chrétien e compagni scaricarono montagne di fango su
Mulroney ed il suo governo ma Campbell fece finta di essere stata in vacanza
dal 1984 al 1993. Ricordo che gli stessi conservatori pronunciavano la “M
word” cioè Mulroney, come gli italiani pronunciano la “M” di mafia. Forse
difendendo il Free Trade e la Gst, come in definitiva hanno fatto i liberali,
avrebbero perso comunque; peggio comunque di come andò (da 212 deputati
passarono a 2, ripeto, due) non sarebbe certamente andata.
La sconfitta di
Ernie Eves è storia di questi giorni : ha cercato di nascondere il suo
passato come fanno i bambini quando non vogliono farsi vedere: chiudono gli
occhi.
Paul Martin sta
facendo lo stesso errore.
Fanno finta di non
essere stati parte dello stesso governo quando poi vediamo in prima fila
durante Question Period Ann McLellan, vice primo ministro, Ralph Goodale,
ministro delle Finanze e Pierre Pettigrew, ministro della Sanità. Per non
parlare di lui stesso, Paul Martin, simbolo della riscossa economica del
governo Chrétien.
E così il nuovo
primo ministro, nel momento in cui l’elettorato è così sfiduciata che di
tutti I politici, anche degli altri partiti, fa di tutta l’erba un fascio,
vuole vincere le elezioni spaccando il capello spiegando ai canadesi la
differenza tra Ann McLellan e…Ann McLellan.
E così mentre
l’opposizione getta tonnellate di fango sull’intera amministrazione di
Chrétien, Martin ride come il personaggio di Totò che era preso a schiaffi:
«Rido perché questo crede che io sia Pasquale”. E giù un altro cazzotto in
faccia. E lui rideva: “Tanto – diceva – ionon sono Pasquale”.
E questo è il
pericoloso “virus” dell’amministrazione Martin. Mentre l’opposizione sta
distruggendo il Partito Liberale, il governo Martin non lo difende ritenendo
che quello è il Partito Liberale di Jean Chrétien.
Sono
talmente distaccati mentre gli altri partiti scaricano tonnellate di fango
sui dieci anni di governo liberale, che ho il sospetto che alcuni elementi
dell’amministrazione ne godano quasi.
E ciò è
possibile.
Se
guardiamo all’età dei più stretti collaboratori di Martin, si aggira sui 40
anni, Hanno lavorato per la sua campagna fin dall’inizio, cioè dal
1988-1990, praticamente da quando hanno finito l’università. Questo
significa che tutta la loro esperienza politica si traduce in una continua
battaglia contro i liberali. Sono abituati a vedere come «nemici»
Non i
conservatori o gli ndippini, bensì i sostenitori di Jean Chrétien.
No è
invece la stessa storia per il popolo liberale. Per loro il Partito Liberale
è uno solo, sia esso guidato da Chrétien, Trudeau o Martin.
Vedere il loro
partito ogni giorno vandalizzato in Parlamento e nei media provoca
risentimento e voglia di lottare. Invece vedono che il loro governo ha
completamente abbandonato qualsiasi difesa del loro passato dicendo
praticamente “non non c’entratiamo”.
Certo, prima della
battaglia per la nomina di Hamilton tra il ministro Tony Valeri e l’ex
ministro Sheila Copps molti liberali ritenevano che la colpa era di Martin
che avrebbe potuto evitare il gioco al massacre.
Dopo i
comportamenti puerili della Copps credono invece che la colpa sia dell’ex
vice primo ministro. Questo può far sentire meglio molti dei collaboratori
di Martin, certamente non fa sentire meglio gli elettori liberali : per loro
si è trattato di uno spettacolo indecente che danneggia il loro partito. E
tutto questo mentre continuano gli attacchi in Parlamento da parte delle
opposizioni con la nuova leadership che si gira dall’altra parte facendo
finta di niente: noi non c’entriamo.
Invece c’entrano
eccome.
Marti ed i
suoi principali collaboratori di governo ero in prima fila anche quando
Chrétien era leader. Ed anche molti dei nuovi ministri erano lì come
deputati alzando la mano ogni volta che veniva loro ordinate di farlo. Se
hanno taciuto allora per lealtà verso il partito perché ora non lo difendono
in nome della stessa lealtà ?
E poi,
perché far finta di non essere stati parti di quell governo?
Certo,
Martin ha fatto bene ad ordinare le due inchieste sugli scandali, ma il
governo del quale hanno fatto parte e che ora cercano di rinnegare, ha fatto
anche molte cose buone.
Se non altro, mentre
i conservatori pensavano a massacrarsi tra di loro, bene o male i liberali
hanno assicurato al Paese un governo che nessuno, incluso l’Ndp, era pronto
ad offrire.
Le finanze
sono migliorate, la gente lavora e sono state anche prese decisioni a
livello internazionale di cui molti canadesi ci si identificano e ne sono
fieri.
Certamente
lo sono gli elettori che ho incontrato lo scorso fine settimana ad Hamilton,
sostenitori di Valeri e Copps, lo hanno votato per tre volte di seguito e
sono disposti a farlo di nuovo, se qualcuno se ne assume la paternità.
Cert, le
difficoltà non mancano, soprattutto se i conservatori riusciranno a litigare
di meno e pensare di più agli interessi della nazione; ciononostante, l’unica
speranza peer Paul Martin di vincere un nuovo mandato, sta nella sua
capacità di condurre una campagna elettorale da leader liberale, e non da
sostenitore di Paul Martin contro Jean Chrétien. |